Tributi locali

Covid-19 tributi comunali: nuovi termini per notifiche di accertamenti e ingiunzioni.

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Col deflagrare della pandemia da Covid19 il decreto Cura Italia (decreto legge n. 18/2020) differì i termini per l’attività di accertamento e di riscossione dei tributi da parte degli enti impositori.

Furono introdotti due articoli dedicati alla sospensione:

  1. dei termini relativi all’attività degli uffici finanziari ed enti impositori (art. 67 D.L. Cura Italia);
  2. dei termini di versamento dei carichi affidati all’agente di riscossione (art. 68 D. L. Cura Italia).

La recente nota IFEL (Fondazione ANCI) del 2 novembre 2021 cerca di chiarire queste disposizioni analizzandole nell’ottica di applicarle anche ai tributi comunali.
Le due norme citate, pur non essendo state espressamente concepite per i tributi locali, secondo IFEL possono interessare anche le entrate locali.

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Coronavirus, decreto “Cura Italia”: sospesi accertamenti fiscali, cartelle esattoriali, ingiunzioni e rottamazioni.

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Il decreto “Cura Italia” approvato dal Governo per fronteggiare Covid19 sospende, fino a maggio 2020, le attività dell’Agenzia delle Entrate, cartelle esattoriali e le rottamazioni.
Sospende accertamenti e ingiunzioni di Comuni, Province e Regioni.

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Decreto Fiscale: condono delle controversie ICI-IMU-TARSU-TARI-TOSAP 2019, come funziona?

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Il Decreto Fiscale (Decreto Legge n. 119 del 23 ottobre 2018, convertito in Legge 17 dicembre 2018 n. 136) permette ai Comuni di deliberare, entro il 31 marzo 2019, il condono delle controversie relative a tributi di loro competenza (ICI, IMU, TARSU, TARES, TARI, TOSAP ecc.) pendenti alla data del 24 ottobre 2018. Il Comune può deliberare che i contribuenti possano definire tutte le liti fiscali pagando una percentuale delle sole imposte contestate, senza sanzioni e interessi, nella misura indicata nel seguente elenco sintetico: (altro…)

Albergatore non versa al Comune l’imposta di soggiorno? Anche per la Cassazione è danno erariale.

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Il gestore della struttura ricettiva (l’albergatore) che, per conto del Comune, incassa da coloro che vi alloggiano l’imposta di soggiorno con l’obbligo di successivamente versarla al Comune, maneggia senz’altro denaro pubblico, ed è conseguentemente tenuto alla resa del conto, essendo per legge tenuto alla riscossione dell’imposta ed al relativo versamento all’ente locale.

Giunge dalle Sezioni Unite della Corte Suprema di Cassazione l’ulteriore chiarimento sul tema, sempre attuale, della responsabilità degli operatori turistici in caso di omesso versamento dell’imposta di soggiorno. Dopo la sentenza della Corte dei Conti Toscana, già approfondita su questo sito, il Supremo consesso con ordinanza n. 19654 del 24 luglio 2018, ribadisce la natura pubblicistica del vincolo giuridico che si instaura tra titolari delle strutture ricettive e Comuni in tema di imposta di soggiorno. (altro…)