About Raffaele Greco

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Avvocato. Mi occupo di contenzioso giudiziale con specifico riferimento al Diritto Commerciale, al Diritto Societario, al Diritto Fallimentare, al Diritto Bancario, nonché al Diritto Tributario e degli Arbitrati.

Posts by Raffaele Greco:

Vendite di immobili abusivi al giudizio delle Sezioni Unite (ordinanza interlocutoria n. 20061/2018)

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La nullità degli atti traslativi di immobili abusivi è tema da sempre controverso in dottrina e giurisprudenza.
In principio fu la Legge n. 795/1967 (c.d. legge ponte) a sancire la nullità degli atti di compravendita di terreni abusivamente lottizzati.
Successivamente, l’art. 15 comma 7 della Legge n. 10/1977 (c.d. legge Bucalossi), ha tacciato di invalidità gli atti aventi ad oggetto unità edilizie totalmente prive di concessione. Ratio della disposizione è stata indicata nell’interesse a proteggere l’acquirente. Coerentemente con tale ratio, la nullità derivante dalla mancanza di concessione veniva definita dalla giurisprudenza in termini di nullità relativa (Cassazione civile n. 8685/1999).

La Legge n. 47/1985 e, segnatamente, gli articoli 17 e 40 sanzionano gli atti tra vivi o di costituzione o di scioglimento della comunione di diritti reali aventi ad oggetto edifici o parti di essi privi della dichiarazione (resa dall’alienante) recante gli estremi della concessione a edificare, oppure del condono edilizio o della domanda di condono edilizio con gli estremi dei previsti versamenti.
Si tratta di norme tese ad assicurare una certa attenzione per l’esigenza di non paralizzare il commercio degli immobili. Il che avviene limitando la nullità ai soli atti traslativi tra vivi, lasciando esclusi gli atti costitutivi di garanzie o di servitù e gli atti mortis causa.
Peraltro, l’attenuazione del carico sanzionatorio avviene col meccanismo della conferma dell’atto nullo, come disciplinata dall’art. 17, comma 4 e 40, comma terzo.
L’appena descritto congegno normativo è poi integralmente confluito nell’articolo 46 del D.P.R. n. 380/2001. (altro…)

Start-up e P.M.I., come finanziare l’aumento di capitale sociale con criptovalute.

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L’aumento di capitale sociale di una S.r.l. può, in astratto, effettuarsi prevedendo il conferimento di unità di criptovaluta. Perché tale conferimento possa dirsi legittimo, dev’essere suscettibile di valutazione economica ai sensi dell’art. 2464, comma 2 del codice civile al pari degli altri beni che possono essere oggetto di conferimento.

E’ questo il principio di diritto emergente dalla lettura del decreto n. 7556 reso dal Tribunale di Brescia, sezione specializzata in materia d’impresa, lo scorso 18 luglio 2018.
Secondo il Tribunale l’aumento di capitale di una S.r.l. non può essere deliberato prevedendo il conferimento in natura di quelle criptovalute ancora in fase embrionale perché non presenti in piattaforme di scambio tra criptovalute, ovvero tra criptovalute e moneta avente corso legale.
Ciò in quanto non è possibile affidarsi a prezzi attendibili discendenti da dinamiche di mercato. (altro…)

Contratti e debiti nella cessione e affitto di azienda. Pubblicazione su Studio Cataldi.

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Il prestigioso quotidiano giuridico Studio Cataldi mi pregia di ospitare un mio  nuovo contributo.
L’intervento si occupa di alcuni profili legati alle vicende circolatorie di contratti e debiti nella cessione e affitto di azienda. Si tratta di congegni normativi il più delle volte trascurati nella stipula di contratti di alienazione e di affitto d’azienda.

Sono però aspetti che un moderno imprenditore non può ignorare.

Farsi poi affiancare da un advisor legale può rivelarsi una scelta vincente. Il professionista, impegnato nella diligence tecnico–giuridica degli asset aziendali, può offrire all’imprenditore elementi di valutazione compiuta circa la sostenibilità di un’operazione che non può certamente prescindere dai congegni circolatori anzidetti.
Profili che possono orientare l’imprenditore verso scelte consapevoli.

L’articolo a mia firma sulle pagine del quotidiano giuridico Studio Cataldi approfondisce alcuni aspetti della disciplina del codice civile in tema di circolazione dei contratti e dei debiti nell’azienda e analizza, criticamente, una recente pronuncia della Suprema Corte di Cassazione che apre nuovi spiragli interpretativi nell’applicazione pratica di tali regole.

Leggi la pubblicazione sul quotidiano giuridico Studio Cataldi “La circolazione di contratti e debiti nell’azienda”.

Leggi tutte le pubblicazioni dell’Avv. Raffaele Greco.

Intimazione di pagamento TARSU e ICI/IMU, cos’è e come difendersi.

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Nell’approssimarsi del Ferragosto si sono rivolti allo studio diversi contribuenti, allarmati, dell’area del basso Cilento.
In tanti sono alle prese con le intimazioni di pagamento, relative ai tributi TARSU e ICI/IMU, notificate dai concessionari della riscossione per conto dei Comuni locali.
Comprensibile la preoccupazione. Esplicito è l’avvertimento che, nei casi di mancato pagamento delle somme indicate nell’intimazione entro 5 giorni dalla notifica, l’agente della riscossione procederà al recupero coattivo del credito.

In effetti lasciare che il tempo scorra sottovalutando la questione potrebbe sortire brutte sorprese.
È verosimile che il contribuente che oggi è inerte, tra qualche tempo, potrebbe avere a che fare con azioni esecutive (pignoramento di immobili, di stipendi e pensioni o di giacenze sui conti corrente) o col fermo amministrativo di veicoli.

Andando con ordine, mettendo da parte per un attimo le ansie, cerchiamo di capire brevemente cos’è l’intimazione di pagamento e perché l’agente della riscossione ha “ritenuto opportuno” fare precedere l’intimazione al pignoramento oppure al fermo amministrativo. Individueremo sinteticamente gli eventuali vizi che invaliderebbero l’intimazione ed illustreremo in che modo, questo studio legale, può rendere il suo supporto professionale. (altro…)

Imposta di soggiorno, per la Corte dei Conti gli albergatori rischiano la responsabilità contabile.

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Allorché il gestore dell’unità alberghiera o ricettiva è chiamato a svolgere, in virtù della disciplina prevista dal regolamento comunale, una funzione strumentale all’esazione dell’imposta di soggiorno, il cui esercizio lo pone in una situazione di disponibilità materiale delle somme riscosse – come tale, quindi, tenuto alla resa del conto – il gestore deve considerarsi “agente contabile” che maneggia pubblico denaro. Pertanto, dev’essere assoggettato a responsabilità contabile ove non adempie gli obblighi di contabilizzazione, rendicontazione e riversamento delle somme introitate all’ente locale.

Questo il principio di diritto formulato dalla Corte dei Conti, sezione giurisdizionale della Toscana con sentenza n. 41 pubblicata lo scorso 12 febbraio. (altro…)