Avvocato del Foro di Salerno.
Fornisce consulenza e assistenza legale alle micro, piccole e medie imprese in ambito real estate, bancario, societario, tributario e crisi d'impresa.
E' fondatore del portale Campania Europa.it ove si occupa di finanza agevolata e nuovi business per start-up e P.M.I. in Campania.
L’articolo 11 del decreto legge liquidità (decreto legge n. 23/2020) pubblicato nella tarda serata dell’8 aprile 2020 sospende i termini di scadenza di cambiali, assegni e altri titoli di credito dal 9 marzo al 30 aprile 2020, se emessi prima del 9 aprile 2020.
Sono anche sospesi i termini di scadenza, ed i termini per effettuare i pagamenti tardivi di cambiali e assegni, qualora dovessero cadere nel periodo compreso tra il 9 marzo ed il 30 aprile 2020.
Il coronavirus ha costretto la chiusura di migliaia di micro, piccole e medie imprese e milioni di persone a restare in casa.
Molte aziende dovranno ricercare nuove soluzioni per riprendere slancio. Per alcune potrebbe risultare interessante convertire il modello di business, passando dalla vendita tradizionale alla vendita online, all’e-commerce.
Benché la prospettiva potrebbe suonare stimolante, voglio precisare subito che il passaggio dal modello di vendita tradizionale alla vendita online non può essere improvvisato: la legge italiana regola i processi di vendita stabilendo regole e responsabilità a tutela dell’impresa e dei clienti.
Per cui, se vuoi programmare una riapertura cavalcando l’onda lunga dell’impennata di vendite online, è utile avere un’idea generale delle regole che governano il commercio elettronico per contenere i rischi e non commettere passi falsi prima di partire.
La crisi sanitaria ed economica innescata dall’epidemia di coronavirus pone a migliaia di imprenditori il problema di pagare le consuete scadenze. Molte aziende costrette alla chiusura dalle rigide restrizioni del governo, si trovano, tra le altre cose, a fare i conti coi canoni delle locazioni commerciali benché lo stop alle attività abbia azzerato il fatturato.
Che fare dunque? Si può sospendere o ridurre il canone delle locazioni commerciali?
Prima di tutto credo sia doveroso chiarire un concetto: in generale, il conduttore non può astenersi dal versare o ridurre arbitrariamente il canone della locazione, neppure nel caso in cui si verifichi una riduzione o una diminuzione nell’utilizzo del bene.
La sospensione può ritenersi legittima solo se viene completamente a mancare la controprestazione del locatore (per esempio, in conseguenza dell’esistenza di vizi dell’immobile tali che lo rendano, in tutto o in parte, inutilizzabile).
Ascolta l’estratto del mio intervento in diretta Facebook #CuraItaliaLive, l’evento organizzato il 2 aprile 2020 dall’associazione delle piccole imprese FedAPI Salerno.
E’ stata l’occasione per fare il punto delle misure destinare alle micro, piccole e medie imprese inserite nel decreto Cura Italia del 17 marzo 2020.
Col mio contributo ho cercato di fornire una serie di chiarimenti riguardo le moratorie di mutui, finanziamenti e leasing.
Ho anche parlato di microcredito, finanziamenti agevolati per P.M.I. e liberi professionisti e fornito accorgimenti per gestire in modo strategico i rapporti tra imprese e banche per contenere il deficit di liquidità.
L’impatto del coronavirus investe aspetti vitali per le imprese. E’ una sfida da affrontare con un approccio strategico: vanno contenuti gli effetti dell’epidemia e preparato il terreno per una vigorosa ripartenza quando si potrà imboccare la via della normalità.
Sarebbe opportuno, prima di correre in banca a congelare mutui e finanziamenti, meditare ogni scelta saggiando lo stato di salute economico – finanziaria dell’azienda, e verificare se davvero è il caso di chiedere frettolose moratorie o convergere su altre soluzioni.